Il paese di Sua Maestà si prepara a un’importante e decisiva svolta sul tema della rivendita di cani e gatti, la riforma è indirizzata non soltanto per combattere il problema dilagante del commercio illecito, ma anche e sopratutto per dare adeguate garanzie ai nostri piccoli amici di vivere in condizioni adeguate e dignitose.
Il governo britannico, sarebbe in procinto di promulgare un’importante riforma normativa proprio inerente tale delicato ambito, andando a vietare la rivendita privata dei cuccioli.
Chi fosse interessato ad adottare in casa un cane o un gatto di razza, non avrebbe quale alternativa che quella di rivolgersi in modo diretto agli allevatori oppure rivolgersi ai tanti canili sparsi sul territorio nazionale.
I negozi comunque, pare che potranno ancora vendere animali ma soltanto dopo l’aver compiuto un anno di età.
Questo progetto di legge potrebbe già entrare in vigore il prossimo Ottobre e, come ha riportato il quotidiano nazionale La Stampa, andrà a porre un importante stop alla rivendita di animali in negozi o tramite terzi, non sono esentati dal nuovo disegno legislativo gli shop online.
L’obbiettivo è quello di canalizzare la domanda degli appassionati di cani e gatti verso i rifugi o i centri specializzati, andando così ad incentivare il fenomeno positivo dell’adozione, oppure rivolgersi in modo diretto agli allevatori, muniti di appositi certificati, se nel caso si volesse adottare un cane di razza.
La proposta di legge, chiamata “Lucy’s Law“, ha preso ispirazione da un episodio recente legato a una cagnolina britannica, diventando purtroppo tristemente nota per via del suo passato sfortunato e difficile.
La piccola, per cinque anni infatti, è stata sfruttata come fattrice in un apposito stabilimento ubicato in Galles destinato all’allevamento intensivo.
Lucy fu salvata dai suoi aguzzini nel 2013, per poi essere rivenduta in rovinose condizioni di salute, tra cui una grave deformazione alla colonna vertebrale, complicazioni tutte legale alle gravidanze che senza sosta aveva dovuto sopportare.
La riforma è quindi risultata necessaria per poter garantire maggiore tutela non soltanto agli animali ma anche agli stessi padroni, affinché i cuccioli provengano da fonti certificate, dove non succedono episodi di maltrattamento.
A testimonianza di questo importante progetto si è espresso anche il segretario britannico del Ministero dell’Ambiente Michael Gove: ” Le persone che ignorano il benessere degli animali non potranno più trarre profitto da questo miserabile commercio”.
In base agli ultimi dati in possesso del governo britannico, si stima che nel solo Regno Unito, annualmente la domanda di cuccioli, sia di cane che di gatto, si attesti tra i 40.000 e gli 80.000 esemplari.
Questa misura normativa, appena varata e in procinto di promulgazione entro autunno, potrebbe essere fortemente incisiva proprio per limitare e debellare il commercio illecito, sopratutto per gli esemplari di età inferiore ai 6 mesi, fase in cui sono tanto delicati e bisognosi di molteplici e attente cure.